venerdì 5 luglio 2024

Ogni giorno è un'opportunità per cambiare la nostra vita.





Mauro e  Ada erano i miei genitori sono stati sposati per 50 anni.
 Una mattina d’estate, mentre mia madre stava  preparando la colazione, ebbe un malore.
 Mio padre cominciò ad urlare, tanto da svegliarci tutti. 

Senza aspettare che chiamasse il 118, prese la sua auto dal garage sul retro della casa e a tutta velocità, senza rispettare il codice della strada, la portò in ospedale.

Quando arrivò, purtroppo, per lei non ci fu più nulla da fare.

I medici dissero che a portarla via fu un infarto.

Durante il funerale, lo sguardo di mio padre, era assente. 

Piangeva restando in silenzio.

Quella sera, in casa si respirava un'atmosfera di dolore e nostalgia, ricordammo aneddoti bellissimi per ricordare la nostra amata mamma.

Mentre eravamo seduti a tavola, mio fratello Paolo, cominciò a parlare della vita dopo la morte e a fare ipotesi su come e dove sarebbe stata la mamma in quel preciso momento.

Mio padre ascoltava attentamente, all’improvviso ci chiese di accompagnarlo al cimitero.

Papà!", rispondemmo, "è molto tardi è quasi mezzanotte, non possiamo andare al cimitero adesso, forse sarebbe meglio aspettare domani!".

Lui, si mise in piedi, alzò il tono di voce e con uno sguardo fisso disse:

"Non ribattete con me, per favore vostro padre ha appena perso la moglie da 50 anni".

Ci fu un momento di rispettoso silenzio, nessuno replicò. 

Paolo, prese l’auto, ci recammo al cimitero, c’era il guardiano notturno a cui abbiamo chiesto il permesso ad entrare.

Con una torcia elettrica raggiungemmo la tomba. 

Mio padre,  si sedette sulla fredda lastra di marmo bianca e guardando la foto di nostra madre la accarezzò, pregò e raccontò a noi figli, che guardavano la scena commossi:

"Abbiamo trascorso 50 anni di vita insieme…sapete quanto tempo è…! Nessuno può parlare di vero amore se non ha idea di cosa significhi condividere la propria vita in amore”.

Fece una pausa e si asciugò le lacrime che riguardavano il suo viso. "Io e lei, eravamo insieme in tutto…, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo preso decisioni importanti sempre sostenendoci l’un l’altro.

Ho cambiato lavoro..." continuò. "Abbiamo fatto le valigie e venduto la casa quando ci siamo trasferiti in questa città, ci ha dato gioia, vedere voi ragazzi realizzati nel lavoro, abbiamo pianto la perdita di persone care, ci siamo sostenuti a vicenda perdonando i nostri errori…

Ragazzi,  ora non c'è più e io sono contento, sapete perché?

Perché se ne andata via prima di me.

Non ha dovuto passare l'agonia e il dolore di seppellirmi, di essere lasciata sola dopo la mia morte. Sarò ii a passarlo, e ringrazio Dio per questo.

La amo così tanto che non avrei voluto che soffrisse...".

Quando nostro padre terminò di parlare, a me e ai miei fratelli scesero le lacrime sul viso. Lo abbracciammo e lui ci confortò: "Va tutto bene, possiamo andare a casa, è stata una giornata intensa".

“Quella sera capimmo cos'è il vero amore; che non a nulla a che fare con l'erotismo o con il sesso, piuttosto qualcosa di più profondo…

Il vero amore è legato al complemento, alla cura della persona e, soprattutto, inteso come valore che due persone responsabili e impegnate professano".

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