Gabriele non smise mai di cercare l’amore, anche se le donne lo snobbavano, preferendo uomini sciocchi ma più avvenenti e scaltri, e pensate che scriveva poesie quando la malattia lo aveva debilitato.
Perfino allora continuava a creare bellezza attraverso i suoi versi con uno slancio eroico.
C’è sofferenza nella vita? Certamente.
Gabriele scriveva della sofferenza dell’attesa, delle speranze tradite, dei sogni infranti, dell’arroganza dei prepotenti.
Chi nella propria vita non ha conosciuto la tristezza, lo smarrimento, la disperazione?
Gabriele non mentiva, non era capace, non indossava la maschera del moralista, non faceva prediche e lezioni, non vendeva illusioni.
Parlava con sincerità e la sua sincerità veniva scambiata per cattiveria, non sapendo che l’onestà, il coraggio di essere onesti è il vero mandato dell’anima nobile.
Pochi riescono a denunciare il proprio malessere nel modo più onesto possibile, i più ripiegano verso forme e contenuti contaminati dall’ipocrisia. Gabriele invece ha lottato tutta la vita per far coesistere verità e bellezza.
Soltanto le anime raffinate hanno colto il suo valore
Chiudi gli occhi e vedrai la bellezza
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